Durante gli ultimi cinque anni, il comparto dei rifiuti ha fatto registrare segnali molto incoraggianti. Crescono il numero di addetti (+13%) e di aziende impegnate nel settore. (+10%). La maggior parte di esse svolgono attività di recupero.
Cresce anche il volume di affari del comparto, che si aggira sui 34 miliardi di euro. A rilevarlo è lo studio promosso annualmente da Fise Unire “L’Italia del Riciclo”.
Rimane preponderante il numero delle piccole aziende, mentre aumentano le società di capitali e diminuisce il peso delle ditte individuali.
Malgrado l’impatto della crisi dei consumi e dei mercati, lo studio mette in nuce una serie di positivià per il settore rifiuti:
Continua a crescere il riciclo degli imballaggi (nel 2013 +1% vs 2012 nel tasso di riciclo imballaggi) che sostiene settori industriali (siderurgia, mobili, carta, vetro) strategici per il nostro Paese. Notevoli sono, infine, le prospettive di crescita per il settore del riciclaggio a livello nazionale ed europeo. Si stima infatti che la prevenzione dei rifiuti, l’ecodesign, il riuso e misure simili possano generare un ulteriore risparmio pari a 600 miliardi di euro e ridurre le emissioni di gas serra dal 2 al 4%. Il conseguimento dei nuovi obiettivi in materia di rifiuti creerebbe circa 600.000 nuovi posti di lavoro, rendendo l’Europa più competitiva e riducendo la domanda di risorse scarse e costose. Il riciclo dei rifiuti in Italia potrebbe crescere, generando nuovi investimenti e nuova occupazione, con norme piu’ chiare, certe ed efficaci a partire da quelle, attese da anni, che indichino con precisione a quali condizioni un rifiuto sottoposto ad un trattamento di recupero cessa di essere un rifiuto e diventa un prodotto.