Nel corso dell’anno passato l’export si è confermato come uno dei settori più vivaci della nostra economia, che in un periodo di crisi e di mancanza di lavoro continua a riscuotere interessanti successi a livello internazionale. Ma è proprio attraverso il livello raggiunto dalle esportazioni delle imprese italiane che si può evincere quanto nel nostro paese ancora esista una profonda diversità e un incolmabile divario tra lo sviluppo del nord de paese e quello del sud.
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Anche nel corso del 2013, infatti, le imprese del nord e del centro Italia hanno trainato quelle del sud, che solo in minima parte hanno contribuito al raggiungimento del successo da parte della nazione nel campo delle esportazioni. Sono infatti stati rilasciati dall’ICE e dall’Istat i dati relativi alla bilancia commerciale italiana per l’anno passato e si è visto come quest’ultima in generale si cresciuta in positivo di oltre 20 miliardi di euro, in seguito ad un aumento delle esportazioni, e come l’Italia abbia in assoluto aumentato la sua quota export a livello mondiale, passata al 2,79 per cento da un precedente 2,74 per cento.
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Ma se si analizzano più nello specifico i dati in questione si nota anche come il successo conseguito dalle imprese italiane nell’export sia stato realizzato nell’87 per cento dei casi da imprese situate nel centro e nel nord Italia, e solo al 10 per cento da imprese situate nel sud. Le regioni d’Italia che si sono dimostrate più reattive in questo campo sono state la Lombardia, il Veneto, l’Emilia Romagna e il Piemonte.