A fare maggiore paura non è tanto il dato di questo febbraio, ma il fatto che sembra trattarsi di una tendenza continua che sta mettendo in pericolo la sopravvivenza stessa delle aziende elettriche italiane. Secondo Assoelettrica, l’associazione che rappresenta i produttori, infatti, il comparto versa in gravissime condizioni, che sono lo specchio dei profondi problemi dell’economia del paese.
A soffrire di più di questa tendenza di decrescita del consumo sono le società con grandi gruppi termoelettrici alimentati a gas, che hanno registrato un calo pari al 23,9%, mentre si registra un netto miglioramento per le altre fonti di energia: idroelettrico +43%, eolico + 19,1% e fotovoltaico +11,2%
Tendenzialmente, quindi, i dati mettono in evidenza un calo della domanda di energia pari al 2,8% rispetto al 2011, percentuale che raddoppia, però, se si guarda ai dati relativi ai primi due mesi del 2013. Per questo i produttori lanciano un accorato appello al Governo:
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I produttori termoelettrici, chiamati comunque a mettere a disposizione la potenza dei loro impianti, in particolare per bilanciare le fonti rinnovabili non programmabili, rischiano infatti di non essere più in grado di coprire i costi variabili, dopo che per più di un anno hanno visto azzerarsi i margini operativi.