I buoni pasto elettronici saranno modificati, ovvero sarà modificata per questo particolare benefit, la soglia di esenzione. Un provvedimento importante che i dipendenti devono tenere in considerazione nelle fasi di controllo della busta paga e in sede di dichiarazione dei redditi.
I buoni pasto sono dei benefit concessi dal datore di lavoro che devono essere definiti nel contratto oppure aggiunti e modificati in seguito ad una contrattazione sindacale.
Nelle loro caratteristiche si legge che non sono cedibili, cumulabili o convertibili in denaro. Sono esenti da oneri fiscali e previdenziali, ma soltanto fino ad un certo punto. Tutte le volte che l’importo nominale del buono va oltre questo limite di esenzione, finisce che il buono è considerato nella retribuzione imponibile e quindi contribuisce alla a determinare il reddito da lavoro dipendente ai fini del calcolo dei contributi previdenziali e delle ritenute fiscali.
> Lavoro, ecco tutte le nuove offerte di pubblico impiego
Per il datore di lavoro, invece, i costi dei buoni sono qualificati come costi deducibili per competenza, in relazione alla data in cui il lavoratore dipendente ne ha usufruito.
La novità allora riguarda i lavoratori che percepiscono buoni pasto elettronici e non altri tipi di buoni pasto. Il limite di esenzione è aumentato e portato da 5,29 euro di oggi a 7 euro a partire dal primo luglio 2015.
Il buono pasto, tanto per rispolverare un po’ la normativa, deve essere concesso sia quando il lavoratore effettua un turno di lavoro che non gli consente di effettuare la pausa pranzo a casa, sia quando anche facendo un turno ridotto, per il tempo necessario al trasferimento nel proprio domicilio, gli è impedito di fare la pausa pranzo nei tempi consoni.