A decorrere dal prossimo 30 giugno, tutti i soggetti che effettuano attività di vendita di prodotti o di servizi hanno l’obbligo di munirsi del Pos per i pagamenti con carte di credito superiori ai 30 euro.
All’annuncio della norma, la larga platea di professionisti colpita dalla nuova norma ha protestato facendo ricorso al Tar del Lazio che però lo ha respinto, dichiarando che questa norma “non viola alcun parametro di legittimità né evidenzia eccessi di potere tali da giustificare la sua sospensione in via cautelare”.
I professionisti non sono stati certo soddisfatti di questa bocciatura, dato che il costo dell’adeguamento a questa norma ricadrà interamente su di loro.
Secondo la sentenza il costo economico dell’operazione non ‘è irreparabile’, opinione assolutamente non condivisa dall’ordine degli architetti che ha presentato il ricorso, per cui i costi ci sono e non sono neanche bassi. L’installazione e la manutenzione hanno un loro costo, a cui si aggiunge quello del servizio che i professionisti dovranno pagare alle banche e che non possono, come specifica l’ex articolo 15, comma 5 quater del Dl 179/2012, ricaricarlo sui clienti.
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L’obbligo di Pos per i professionisti è stato largamente criticato da Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio nazionale degli architetti, che evidenzia come questo strumento, così strutturato, non servirà per lo scopo per cui è stato creato, ovvero combattere l’evasione fiscale, scopo che si sarebbe potuto raggiungere più facilmente incentivando l’utilizzo di forme di pagamento tracciabili come i bonifici Secondo Freyrie si tratta di un ulteriore gabello a carico della libera professione.