Equitalia è uno dei principali problemi per le imprese e per i cittadini italiani che si trovano, spesso, a dover pagare delle cifre astronomiche anche per della piccole inadempienze. Un salasso che mette in ginocchio famiglie e imprenditori anche perché fino adesso la società di riscossione dei tributi poteva provvedere all’esproprio degli immobili, sia ai cittadini che alle imprese.
Se la bozza del decreto non verrà modificata, Equitalia non potrà più farlo. Ecco quali sono i cambiamenti previsti.
Nessun esproprio se l’immobile è la prima casa o l’unico bene dell’imprenditore
La prima importante novità del decreto del fare per quanto riguarda i poteri di Equitalia riguarda gli espropri degli immobili dei contribuenti inadempienti: la società non potrà procedere se il contribuente è proprietario solo di quell’immobile che utilizza come abitazione principale e dove detiene la sua residenza anagrafica.
Unica deroga per l’espropriazione è per gli immobili di lusso, ossia quelli accatastati nelle categorie A1 (abitazioni di tipo signorile ), A8 (ville) e A9 (castelli e palazzi di eminenti pregi artistici o storici).
Per capannoni e macchinari delle imprese, il pignoramento è possibile solo fino a un quinto e i beni saranno dati in custodia all’imprenditore debitore.
Inoltre, il recupero coattivo scatta sopra la soglia dei 50.000 euro non pagati (prima era di 20.000) e la revoca della possibilità di rateizzazione avverrà solo dopo il mancato pagamento della quinta rata, non più a partire dalla seconda.