Occorre mantenere un approccio più attento ai profili della crescita economica, in confronto a quanto stabilito nel decreto Imu-Cig.
Tale approccio sarebbe ottimo sia per i lavoratori che per le imprese. A pensarla così è il direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci, che si è espressa durante l’audizione di fronte alle commissione riunite Finanze e Lavoro della Camera sul decreto Imu-Cig.
Il termine stabilito dal decreto Imu-Cig al fine di realizzare la riforma totale della tassazione in relazione immobili «è molto breve e difficilmente renderà possibile un ripensamento complessivo della fiscalità del patrimonio immobiliare. Ciò non toglie che tale riforma possa essere avviata e che entro agosto possano essere attuati quantomeno alcuni obiettivi prioritari».
Gli immobili strumentali all’attività d’impresa non vanno trattati alla stregua patrimoni da tassare. L’imposta sugli immobili, attualmente, è penalizzante sia per le imprese, sia per le fasce meno abbienti della popolazione.
Nello specifico, per quanto concerne le aziende, Confindustria rammenta che da tempo chiede una revisione del carico fiscale che sgravi i fattori produttivi da un peso impositivo soffocante. Per tale motivo riteniamo indispensabile prevedere oggi, se non l’eliminazione, quantomeno un significativo temperamento dell’imposizione sugli immobili strumentali di impresa. Finora, ricorda Panucci, per esigenze di gettito, ci si è mossi nella direzione opposta.