Il prossimo 19 maggio il testo del Decreto Lavoro passerà all’esame finale della Camera, ultimo passo dell’iter che lo vedrà diventare legge.
Il testo, che era stata approvato dal Consiglio dei Ministri a fine marzo, è stato più volte modificato durante le letture al Senato e alla varie commissioni. Di seguito vediamo le novità introdotte dalla versione approvata ieri dal Senato.
Nel complesso il testo che arriverà alla Camera prevede una serie di tutele in meno per i lavoratori, in una versione molto più simile a quella che era il testo originario del Decreto.
Le principali novità riguardano l’acausalità dei contratti a termini, i limiti per il loro utilizzo e la formazione prevista dai contratti di apprendistato.
Il nuovo testo del Decreto del Lavoro stabilisce che i contratti a termine sono acausali per tutti il tempo della loro durata, indicata come 36 mesi con 5 possibilità di rinnovo. In sostanza, il datore di lavoro non dovrà indicare le motivazioni della scelta di questa tipologia di contratto al posto di un contratto stabile né in fase di stipula, né in fase di eventuale rinnovo e neanche per la sua risoluzione.
Il limite imposto per il numero di contratti a termine rimane lo stesso (al massimo il 20% del numero totale dei lavoratori): i trasgressori, però, non saranno costretti ad assumere le eventuali eccedenze, ma a pagare una sanzione amministrativa pari al 20% (il 50% in caso di 2 o più lavoratori) della retribuzione mensile del lavoratore per ogni mese di lavoro.
Per quanto riguarda le modifiche per l’apprendistato, torna l’obbligo del piano di formazione scritta per il lavoratore.