L’Aula della Camera ha approvato la risoluzione di maggioranza in relazione al Def 2015. I voti favorevoli sono stati 328, i contrari invece 159.
Anche dal Senato è arrivato il nulla osta al Documento di economia e finanza. Nello specifico sono state considerate precluse le risoluzioni presentate da Lega, Sel, Gal, M5S e Fi. La risoluzione, simile a quella della Camera, è stata approvata a maggioranza con 165 sì mentre è passato all’unanimità (con 250 voti a favore) un emendamento a prima firma De Biasi (Pd). Questa modifica mira a specificare che la neutralizzazione delle clausole di salvaguardia deve assicurare “il mantenimento dei livelli e della qualità dell’assistenza sanitaria e sociale erogata ai cittadini e favorendone una maggiore omogeneità nel territorio nazionale”.
Al fine coprire l’uso del ‘tesoretto’ saranno ‘congelate’ risorse già stanziate in bilancio, “in attesa di registrare” in autunno, con l’assestamento, tale margine (da 1,6 miliardi). E’ quanto si impegna a fare il governo nella risoluzione sul Def, che prevede “prudenzialmente l’accantonamento” di queste risorse. Nelle recenti audizioni alle Camere, i tecnici avevano spinto per la prudenza sul computo di quelle cifre: Bankitalia e l’Ufficio parlamentare di bilancio avevano indicato precisamente di andare cauti con il tesoretto. Trovato anche l’accordo con i sindaci sui tagli ai Comuni.
Nella risoluzione di maggioranza, che Camera e Senato hanno votato, non si specifica in quale direzione vada impiegato il ‘tesoretto’, ma si impegna il governo “a conseguire i saldi di finanza pubblica nei termini indicati nel quadro programmatico” del Def, “in particolare a realizzare un rapporto tra deficit e prodotto interno lordo pari al 2,6 per cento nel 2015” e “utilizzando nel 2015 lo spazio di manovra rispetto all’andamento tendenziale dei conti pubblici per rafforzare l’implementazione delle riforme strutturali già avviate, nel limite dell’obiettivo programmatico indicato, e disponendo, prudenzialmente e in attesa di registrare tale margine con la presentazione del disegno di legge di assestamento, l’accantonamento di corrispondenti risorse nel bilancio dello Stato”.