La Commissione europea ha gli occhi puntati sull’Italia. In giornata ha ridimensionato la fiducia sulla crescita economica del nostro Paese nel 2014, facendo anche altre considerazioni riguardanti debito e deficit. Di cosa si tratta? Bruxelles ha osservato che il deficit strutturale successivamente a un atteso miglioramento nel 2014, in confronto al 2013, rischia di risalire nel 2015 allo 0,8% del Pil, in mancanza di efficaci misure correttive.
La questione è tutt’altro che banale. Ciò lascia infatti intendere che Bruxelles potrebbe chiedere nuove misure di finanza pubblica all’Italia. Dal 2016 in poi il paese sarà inoltre vincolato dalle nuove regole del Patto di Bilancio, e dovrà diminuire il debito pubblico di un ventesimo all’anno.
In un capitolo dedicato all’Italia, l’esecutivo comunitario spiega bene la situazione:
Grazie a un rafforzamento della domanda estera, proveniente anche dai partner commerciali della zona euro, l’attività industriale dovrebbe crescere, seguita dal settore dei servizi.
L’export dovrebbe aumentare del 3,3% nel 2014 e del 4,9% nel 2015. Bruxelles si aspetta che alla (debole) ripresa contribuisca anche la domanda interna, e in particolare un aumento degli investimenti sostenuti da un settore bancario in migliore salute.
Parlando davanti a Parlamento europeo qui a Strasburgo, Rehn ha così dichiarato che malgrado la ripresa economica in molti paesi dell’Unione la disoccupazione resterà a livelli non accettabili. In Italia, le stime della Commissione indicano un tasso al 12,6% nel 2014 e al 12,4% della popolazione attiva nel 2015. Appare pertanto opportuno evitare l’eccesso di ottimismo ma anche l’eccesso di il pessimismo, dal momento che non aiuta il progresso e mina la fiducia. Serve autostima per superare la crisi.