L’ Italia è stata promossa in merito alla crescita e al deficit nominale ma è stata bocciata per il disavanzo strutturale, tra i principi del patto di stabilità con il parametro sul debito su cui continua ad essere inadempiente.
Questo è l’ultimo giudizio espresso dalla Commissione europea. La Commissione ammette la riduzione del deficit nominale dell’Italia ma non prevede, sulla base delle misure al momento decise e comunicate dal governo, ulteriori miglioramenti nel bilancio strutturale per quest’anno e per il prossimo, e ritiene che la riduzione del cuneo fiscale (il bonus di 80 euro in busta paga per i lavoratori a basso reddito) avrà un risultato sulle finanze pubbliche neutrale a breve termine, e positivo a più lungo termine, ma deve essere finanziata con le misure permanenti di riduzione e razionalizzazione della spesa pubblica previste dalla spending review.
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È quanto ha precisato a Bruxelles il commissario europeo Siim Kallas, che sostituisce temporaneamente Olli Rehn, commentando la pubblicazione delle previsioni economiche di primavera dell’Esecutivo Ue.
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“Riguardo alla finanze pubbliche italiane, in base alla nostra valutazione delle misure che sono state finora sufficientemente precisate nei dettagli dal governo, prevediamo – ha detto Kallas – un calo deciso nel disavanzo nominale per quest’anno e per il prossimo, ma non ulteriori miglioramenti per quanto riguarda il pareggio di bilancio strutturale”, che è richiesto dal Patto di Stabilità dell’Eurozona e che il governo ha rinviato al 2016, invocando le norme sugli “eventi eccezionali”. La Commissione, nelle sue previsioni, stima il bilancio strutturale dell’Italia rispetto al Pil, allo 0,9% nel 2013, allo 0,8% quest’anno e allo 0,7% nel 2015.