La settimana passata non è stata rivelatrice dal punto di vista di movimenti significativi di mercato. Sul fronte valutario il dollaro americano ha vissuto una fase di consolidamento senza però riuscire a raggiungere l’importante soglia dei 10.600 punti; ci riferiamo naturalmente alla quotazione del FXCM Dollar Index. Sul fronte azionario i buoni segnali di ripresa che pure avevamo evidenziato si sono sviluppati discretamente, per poi lasciare spazio nel finale delle contrattazioni settimanali a delle sovra-reazioni legate all’acuirsi delle tensioni Russia-Ucraina, uno solo dei diversi focolai di guerra che attualmente imperversano. Imperterrito invece il rialzo del Bund, oramai su livelli storici..
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Da un punto di vista macro, durante la settimana scorsa abbiamo continuato a mantenere un forte focus tra valore dell’euro e release provenienti dal fronte tedesco spiega Davide Marone di DailyFx. Non certo lusinghieri sono stati i dati che si sono susseguiti per quello che riguarda la maggiore economia europea che su, fronte Inflazione e Pil, ha mostrato preoccupanti rallentamenti che, ad un’analisi fredda e tassonomica delle implicazioni macro della politica monetaria di Eurolandia, appaiono più che logiche e delle quali si aspettava solo il palesarsi. L’impostazione eurocentrica del mercato, affiancata a quella che poneva in primo piano pure la sterlina britannica, appariva più che giustificata e trovava il suo culmine con il rilascio dell’Indice sui Prezzi al Consumo dell’Eurozona di giovedì scorso, dati che si inserivano appunto in un contesto europeo nel quale lo spettro della deflazione si aggira pericolosamente, con i periferici già di fatto in questa situazione, ed un dato aggregato del +0,4% poi confermato.