Non c’è che dire: i temi sul mercato non mancano, anzi. E per quanto agosto sia un mese comunemente vacanziero, i mercati finanziari storicamente riservano sempre dinamiche di grande rilievo. Ci troviamo in uno scenario in cui, come ad esempio ieri, hanno convissuto gli importanti meeting di Bank of England e Banca Centrale Europea, seguite questa mattina dalle Minute della Reserve Bank of Australia e dalle comunicazioni della Bank ofJapan, e soprattutto le grandi tensioni internazionali che imperversano in diverse parti del mondo. Non ultima la recrudescenza del conflitto in Iraq, motivo per il quale gli Stati Uniti hanno annunciato la possibilità di reid aerei sui cieli del paese.
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Procediamo per ordine. La Bank of England, come da attese, ha confermato il cash rate allo 0,5% e l’ammontare del Quantitative Easing pari a 375 miliardi di sterline. E, appunto, nulla di nuovo, come dimostra la reazione molto tiepida della sterlina spiega il desk di dailyfx. Ma veniamo alla BCE. Dopo naturalmente aver confermato il corridoio dei tassi – con il tasso di deposito a -0,10%, quello di rifinanziamento principale a 0,15% e quello di rifinanziamento marginale a 0,40% – Draghi ha sostanzialmente rispettato le attese: “wait and see” è l’espressione anglosassone che meglio descrive quanto da egli ieri dichiarato. Draghi ha confermato come, nonostante l’ultimo ulteriore calo dell’inflazione al +0,4%, le aspettative rimangano ancorate e come questo calo dell’inflazione sia legata a fattori tecnici e come sia tuttavia limitata ai settori alimentare ed energetico che per definizione sono al di fuori dell’azione di politica monetaria. Dunque nel medio termine resta il 2% il target a cui guardare, nonostante la lieve ammissione che le aspettative di breve termine debbano invece necessariamente essere ridotte. E qui appare fin troppo difficile esprimere tutte le perplessità su quello che è diventato un vero e proprio ritornello quasi stucchevole.