La Bce si attende “un lento recupero del prodotto nell’area euro”. Quindi una ripresa lenta, con i rischi per le prospettive di crescita che “continuano a essere orientati al ribasso”. È nel bollettino mensile della Bce dove sottolinea quanto pesino le incertezze dei mercati mondiali, in particolare soprattutto dei Paesi emergenti, ma anche domanda interna e un export che potrebbero deludere le aspettative.
La Bce presume che l’inflazione dell’Eurozona nei prossimi mesi “resti sui livelli attuali”. Il bollettino della Bce vede quindi rischi “bilanciati” e addossa la frenata a 0,7% a gennaio specialmente “alla componente energetica”. I tassi, assicura la Bce, rimarranno sui livelli attuali o inferiori a lungo.
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Le attese degli economisti dei centri studi e istituzioni finanziarie sull’inflazione dell’Eurozona sono calate all’1,1% per il 2014 dal precedente 1,5%, e all’1,4% per il 2015 (da 1,6%). Lo dice la Bce riportando i dati della Survey of Professional Forecasters. Nel lungo termine, le aspettative sono all’1,9%, in linea con l’obiettivo della Bce. Il Pil, invece, crescerà dell’1% per il 2014 e dell’1,5% per l’anno successivo.
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Le grandi preoccupazioni della Bce sono Grecia, Spagna e Italia per quanto riguarda la disoccupazione giovanile fra 18 i Paesi dell’Eurozona, “su valori compresi fra il 50 e il 60% in Grecia e Spagna” e “prossimi al 40% in Italia, Portogallo e Cipro”. Peggio ancora, l’Italia è il paese dell’Eurozona con il maggior numero di giovani ‘Neet’ chi tra i 15 e i 24 anni che non è nè occupato, nè impegnato in attività di studio o formazione.