
Draghi ha affermato: “La tesi populista di chi pensa che uscendo dall’euro un’economia nazionale si avvantaggerebbe immediatamente con una svalutazione competitiva come ai vecchi tempi non regge alla prova dei fatti. Se tutti cercheranno di svalutare la propria moneta, nessuno se ne avvantaggerà”. Sembra chiara la critica ai vari movimento e partiti politici euroscettici in crescita nei Paesi dell’Ue. Fino a ora l’Europa unita non ha portato a quei vantaggi economici prospettatati, ma il Presidente della Bce mette in guardia rispetto a facili assiomi del tipo uscita dall’Europa-migliore economia.
Draghi ha aggiunto: “la strada verso la prosperità passa sempre attraverso le riforme e la ricerca della produttività e dell’innovazione. La crescita è tornata ma non è di sicuro galoppante. La Germania va bene. Francia, Italia e Spagna vanno meglio”.
La crescita quindi continua a essere un problema in Europa con condizioni diverse tra i Paesi e con una unità ancora da raggiungere. Si sono fatti passi avanti verso l’Unità bancaria europea, la cui mancanza è uno degli aspetti che probabilmente squilibria l’economia comunitaria.