L’eccessiva vitalità degli investitori in Europa rappresenta un nuovo dubbio che il presidente della Bce, Mario Draghi, deve affrontare.
Un articolo di Bloomberg ha posto infatti in evidenza che, per la prima volta dal 2008, i tassi interbancari overnight stanno cominciando a oltrepassare i tassi sui rifinanziamenti benchmark della Bce, confermando come, a dispetto della fragilità dell’economia, l’ atteggiamento degli investitori nei money market stia tornando ai livelli pre-crisi.
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Se è vero che l’aumento dei tassi potrebbe dimostrare la fase di ripristino in Eurozona, in ogni caso, il rischio è che il rialzo potrebbe tradursi anche in prestiti più onerosi sia per le aziende che per le famiglie, e in maniera tra l’altro troppo veloce, e in un contesto in cui il termine credit crunch accostato all’Europa non è stato ancora eliminato. Draghi, dice Société Générale, potrebbe prendere misure contro questa vitalità già nelle prossime riunioni della Bce. Anatoli Annenkov, economista senior presso la banca francese a Londra, dice che “la Bce crede solo in una ripresa molto graduale” e che dunque “probabilmente sarà contenta di vedere i tassi sul mercato monetario ai livelli più bassi possibili”.
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Nel mese di maggio, il costo medio dei prestiti overnight e non garantiti tra le banche dell’Eurozona è stato pari allo 0,254%, tre volte il valore dello stesso periodo del 2013. Il tasso, conosciuto come Eonia, è salito allo 0,457% lo scorso 29 aprile, al massimo – eliminando la volatilità di fine mese – dal 2011, contro tassi di rifinanziamento fissati dalla Bce al minimo record dello 0,25%.