Le banche italiane monopolizzano l’attenzione sia nella Penisola che all’estero. Intanto, l’onda lunga della Brexit tiene banco e preoccupa gli osservatori. I listini europei trattano ancora in ribasso: Francoforte e Parigi sono allineate al -2,1%,Londra – che in un primo momento teneva in positivo – rompe gli argini e cede l’1,4%.
Piazza Affari si muove sulla falsariga delle altre: il Ftse Mib peggiora a -2% con Telecom Italia pesante in scia alle mosse di Niel in Italia, e le banche incerte (l’indice di settore perde lo 0,3% dopo un buon avvio).
Sul primo versante, la situazione si è avvitata dopo l’emersione di una lettera Bce indirizzata a Siena, con la quale si chiede di fare pulizia di una decina di miliardi di sofferenze dal bilancio, nell’arco di un triennio. La notizia ha abbattuto il titolo Mps, capace di scendere rapidamente sotto il miliardo di capitalizzazione ai nuovi minimi storici. Oggi l’azione prova un rimbalzo, anche grazie allo stop alle vendite allo scoperto da parte della Consob. Il governo è ora impegnato in trattative con la Ue che a breve dovrebbero portare a un intervento con garanzia pubblica per puntellare il capitale della banca senese. Il perno dell’operazione potrebbe tornare ad essere il fondo Atlante, già intervenuto sulle banche venete, rafforzato con un’iniezione di capitale da 5-6 miliardi che gli permetta di acquistare alcuni pacchetti di sofferenze dal Monte e garantirne l’eventuale aumento di capitale che si rendesse necessario in caso di svalutazioni eccessive di quegli stessi crediti scaduti. Anche lo scudo da 150 miliardi aperto con l’approvazione della Commissione per fornire immediata liquidità è pronto ad attivarsi: come ricostruisce Repubblica in edicola, potrebbe servire per garantire l’emissione di bond convertendi che avrebbero effetti sulla patrimonializzazione dell’istituto toscano.