Dall’analisi degli esperti di Equita il superamento della guidance di quest’anno è il primo passo del piano di rilancio e le numerose operazioni di M&A aggiungono ulteriore potenziale upside, per Finmeccanica.
Malgrado il management abbia scelto deliberatamente un basso profilo secondo Equita per evitare di perdere potere contrattuale, è opportuno che il reshuffle del portafoglio rimanga un catalizzatore rilevante.
Infatti, come è stato ampiamente discusso nelle scorse settimane, il gruppo industriale italiano ha diverse opzioni a disposizione nel processo di razionalizzazione delle attività. Quel che è certo, è che il nuovo amministratore delegato Moretti ha delineato la strada per una Finmeccanica focalizzata nei business dell’aerospazio e della difesa. A tal fine il gruppo dovrebbe passare per la cessione di Mbda, la cessione parziale di Drs, per la quale potrebbe essere considerata anche l’ipotesi dell’entrata di un partner finanziario o industriale, viste le recenti performance positive.
“Per le joint venture nel settore dello spazio (Thales Alenia Space e Telespazio, ndr) è possibile uno swap con Thales, mentre in Atr il gruppo potrebbe acquistare il restante 50% della joint venture con Airbus”, aggiungono gli esperti. Inoltre, secondo gli analisti della sim milanese, il gruppo avrebbe ulteriori carte da potersi giocare, come gli asset non-core più piccoli tra cui Fata che rappresenta 0,2 miliardi del fatturato di Drs e 90 milioni del fatturato di Selex.
“Dopo la pubblicazione dei risultati del secondo trimestre”, ricordano gli analisti, “abbiamo immediatamente alzato la stima di ebita rettificato per il biennio 2015-2016 in media del 5% a 1,14 miliardi e 1,22 miliardi, rispettivamente e l’utile per azione in media del 9%. In assenza di volatilità sul fronte valutario, precisano, “c’è spazio per altri 40-50 milioni aggiuntivi rispetto alla guidance 2015 di ebita rettificato per l’effetto traslativo.