Se Mediobanca ha calcolato il costo delle promesse elettorali dei vari partiti e indica come altamente impossibile che possano essere mantenute, anche le maggiori banche d’affari internazionali hanno messo il nostro paese sotto la lente di ingrandimento, per riuscire a capire cosa potrebbe accadere in base alla coalizione che uscirà vincitrice dalle elezioni.
Alcune divergenze di opinione tra i tanti che ci stanno a guardare, anche se c’è un argomento che mette tutti d’accordo: l’Italia necessita di un governo forte, stabile su di una maggioranza solida. E’ solo questo che il modo in cui l’Italia può uscire dalla recessione e riconquistare la fiducia degli investitori.
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L’appuntamento è per il prossimo lunedì, giorno in cui si inizieranno ad avere dei dati certi sull’esito delle elezioni che influiranno anche sull’andamento delle borse. Cosa vorrebbero che succedesse le grandi banche d’affari? Vediamo le opinioni di alcune delle rappresentanti più importanti del settore.
L’opinione di Jp Morgan
Qualsiasi scenario che veda uscire dalle urne un successore di Berlusconi non è positivo per l’Europa.
Ecco qui che il pensiero della JP Morgan è più che riassunto. La banca americana auspica una vittoria della sinistra, magari di una coalizione al cui interno sia presente anche il premier uscente Mario Monti. Perché se il PDL tornasse a governare l’Italia, i mercati metterebbero sotto pressione il paese per via del suo debito.
Da qui la questione dello spread. L’Italia sarebbe costretta a chiedere l’aiuto della BCE per accedere al fondo salva-stati e abbassare così il differenziale, ma questa richiesta dovrebbe essere vagliata e accettata in primis da Angela Merkel, sicuramente non favorevole a concedere prestiti ad un’Italia con al governo di nuovo Silvio Berlusconi.
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L’opinione di Nomura
La banca giapponese teme che la coalizione che vincerà le elezioni possa essere come le precedenti, ossia basata su deboli alleanze tra piccoli partiti, il che porterebbe, nella migliore delle ipotesi, ad un governo che va avanti per scelte bipartisan o, nella peggiore, ad una totale ingovernabilità del paese.
Una vittoria della destra in Italia capitanata da Silvio Berlusconi potrebbe portare a grandi problemi per tutto il continente europeo e potrebbero esserci molti altri che vorranno emulare le promesse -assolutamente non mantenibili- dell’abolizione/riduzione delle tasse, con effetti disastrosi sul già precario equilibrio dell’economia europea.
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L’opinione di Citigroup
Altra banca d’affari americana che si scaglia, senza tanti mezzi termini, sulla poca lungimiranza dell’elettorato italiano, che sarà portato a votare il partito che ha dato maggiore risalto alla situazione interna del paese e alle proposte per risolverla, piuttosto che dare i voti ad una coalizione che, invece, guarda più lontano, verso l’Europa e oltre.
Quindi, secondo Citigroup, l’esito delle elezioni sarà un’arma a doppio taglio: se la coalizione -la banca prevede che sarà di sinistra- potrebbe anche essere un modo per risollevare la situazione economica interna, la conseguenza sul piano internazionale sarebbe quella di cedere ancora maggiore sovranità:
Sfortunatamente in mancanza di una forte maggioranza difficilmente si creano i giusti presupposti per portare avanti le riforme e rilanciare l’economia, viceversa potrebbe aumentare la possibilità che l’Italia trasferisca più sovranità all’estero.