Queste le principali ‘condizioni’, messe da Etihad, sulle quali spetterà al consiglio di amministrazione di Alitalia fare il punto. Richiesti 3.000 esuberi, chieste soluzioni con le banche socie, con cui si dovrà trovare una soluzione in merito alla ristrutturazione del debito e per le rotte, Etihad vuole una riorganizzazione radicale, con un taglio per il medio raggio, un consolidamento dell’intercontinentale e un forte impegno sulle infrastrutture indispensabili per valorizzare Fiumicino.
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Uno dei nodi più difficili da superare, è quello dei debiti. La compagnia guidata da James Hogan vuole un taglio di almeno 400 milioni di debiti verso le banche, su un miliardo circa in totale: Unicredit e IntesaSanpaolo non sarebbero però in alcun modo d’accordo a venire incontro alla richiesta, anche se perdere l’opportunità di un rilancio della compagnia, e quindi del loro investimento, peserà anche sulla loro posizione finale.
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E il Governo, oltre ad aiutare i lavoratori in uscita, dovrà fare la sua parte sul ‘caso’ Malpensa e sull’ esigenza di puntare sulle rotte intercontinentali, tagliando il cosiddetto medio raggio. Tutti temi noti da giorni. Già da quando la prima lettera della compagnia araba è giunta sul tavolo dell’a.d. Gabriele Del Torchio, che sono poi stati ripresi dalla risposta partita da Roma ma che non hanno ancora trovato una soluzione in grado di portare ad un accordo. Anzi, che ancora rischiano di dividere in modo definitivo le parti. Proprio per questo motivo il lavoro di rassicurazione dell’a.d. (e il lavoro degli advisor Citi e JpMorgan) è proseguito anche durante le festività pasquali.