Le Borse europee tentano un minimo recupero a seguito della batosta provocata dall’improvviso stop delle trattative tra Grecia e creditori internazionali sul piano degli aiuti.
All’indomani del lunedì nero, che ha fatto rivivere a Piazza Affari un clima che non si vedeva dalla calda estate del 2011 (quando si determinarono le condizioni per cui il governo Berlusconi fu costretto a cedere il passo ai tecnici di Monti), i listini Ue partono nuovamente in rosso, ma si riprendono leggermente grazie alle nuove trattative tra i creditori e Atene. A Milano, il Ftse Mib si porta in rialzo dell’1% dopo il -5% della vigilia. Contrastate le altre Borse europee: Parigi avanza dello 0,3%,Francoforte dello 0,4%, mentre Londra resta attardata a -0,4%. Prove di rimbalzo per Wall Street: il Dow Jones sale dello 0,5% e il Nasdaq dello 0,7%.
Sul fronte obbligazionario, dove opera la Bce attraverso il programma d’acquisto di titoli di Stato, il differenziale tra Btp e Bund tedeschi, il differenziale tra i due rendimenti, è in calo in area 150 punti base. Il decennale italiano esprime un rendimento del 2,3% sul mercato secondario, ai livelli dello scorso novembre. Le tensioni si sono viste comunque nella prima asta di Btp a 5 e 10 anni dopo l’annuncio del referendum in Grecia: il Tesoro ha venduto 1,5 miliardi di euro di Btp quinquennali con tassi in salita all’1,25% da 0,85% dell’asta di maggio e 2,881 miliardi di Btp decennali con un rendimento in crescita al 2,35% dall’1,83%. Poco mosso anche l’euro verso il dollaro: la moneta unica passa di mano in area 1,117 contro il biglietto verde. Oltre l’1% anche il rendimento del Cct-eu a sette anni che si colloca all’1,08% rispetto allo 0,8% del precedente collocamento. Nonostante questa turbolenza, “il rendimento medio ponderato per le quantità dei Btp nominali collocati nel 2015 è pari a 1,17%, in netto calo rispetto al 2,15% medio sulle aste dello scorso anno”, annota Chiara Manenti di Intesa Sanpaolo.