Un brutto maggio, economicamente parlando, per l’Italia Nel mese in cui il debito della Pubblica Amministrazione fa registrare un aumento da record (+ 10 miliardi in confronto ad aprile 2016) e la ripresa economica cede mostrando segnali allarmanti, rimane ancora debole il quadro per il commercio estero italiano, anche se il calo combinato di importazioni ed esportazioni determina alla fine un miglioramento del surplus commerciale tricolore.
A rivelarlo è l’Istat. La bilancia commerciale ha segnato un attivo di 5,0 miliardi, in aumento in confronto ai 4,1 miliardi dello stesso mese dell’anno scorso. Però, sia le esportazioni (-0,2%) che le importazioni (-1,2%) sono in diminuzione congiunturale.
La lieve flessione congiunturale dell’export, spiega l’Istituto, è la sintesi di un marcato calo delle vendite verso i mercati extra Ue (-3,0%) e di un rilevante aumento di quelle verso l’Ue (+2,1%). Da tempo, ormai, i mercati emergenti non riescono più ad essere una valvola di sfogo per il Made in Italy. I beni strumentali (-3,3%) e i beni di consumo durevoli (-2,7%) sono in diminuzione mentre i prodotti energetici (+15,5%) risultano in forte crescita.
Se si estende l’osservazione ai primi cinque mesi dell’anno, l’avanzo commerciale raggiunge 18,7 miliardi (+28,7 miliardi al netto dei prodotti energetici). Si rileva un aumento tendenziale dei volumi per entrambi i flussi: +4,8% per l’import e +1,0% per l’export.
Quanto all’andamento geografico, la performance di maggio scorso sull’anno prima è positiva per Repubblica Ceca (+13,3%), Giappone (+12,4%) e Spagna (+10,2%). Si segnala inoltre l’accelerazione della crescita verso i due principali mercati di sbocco dell’area Ue: Francia (+9,0%) e Germania (+7,8%). La diminuzione tendenziale dell’import (-0,2%) è determinata esclusivamente dall’area extra Ue (-5,9%) e principalmente dagli acquisti di prodotti energetici (-26,5%) al netto dei quali si registra un aumento del 3,8%.