I dati su import ed export cinesi hanno fatto riscontrare più del 10% di differenza contro le previsioni fatte dagli analisti. Un dato troppo alto.
Tanto che i dati che sono stati diffusi sugli scambi commerciali cinesi sono stati messi immediatamente in discussione dalla maggior parte degli analisti occidentali.
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L’indicazione macro sulla carta dovrebbe essere in grado ad allontanare le paure di un rallentamento della rapida crescita della seconda economia mondiale. Ma questo se fosse davvero realistico. Il miglioramento infatti potrebbe essere stato del tutto inventato a tavolino, purtroppo. Soprattutto se si tiene conto del forte calo che ha fatto registrare il settore dell’attività produttiva manifatturiera nello stesso mese. Stando alle cifre ufficiali le esportazioni sarebbero aumentate del 10,6% e le importazioni del 10% in gennaio rispetto ad un anno fa. I numeri si discostano notevolmente dalle previsioni della vigilia che erano per un calo o al più una variazione nulla.
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Le esportazioni a gennaio 2013 erano balzate del 25%, sempre stando ai report ufficiali. Allora i dati erano stati ritenuti inflazionati da tutti gli osservatori. La stessa cosa si è probabilmente ripetuta anche quest’anno. Ciò non significa che Usa, Eurozona e Italia non ‘falsifichino’ a loro modo i dati. La disoccupazione reale infatti dovrebbe dare anche i dati dei sotto occupati. I dati di gennaio 2013 sono stati messi in dubbio così tanto da portare il governo a interrompere la prassi che le aziende utilizzano spesso per eludere i controlli di capitale e contrabbandare miliardi di dollari nel Paese.