Il vice presidente della Bce e numero uno della Bundesbank, Jens Weidmann, parla a Roma all’ambasciata tedesca e dopo aver rammentato il contributo di Tommaso Padoa Schioppa alla costruzione dell’euro e i suoi avvertimenti, prima si complimenta con le riforme del governo Renzi e poi sottolinea i punti di rottura con il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan e le criticità dell’Italia in termini di debito pubblico.
Infine chiede prima “una integrazione politica per rendere più robusta l’unione monetaria”, poi, osservando le resistenze alla cessione di sovranità, afferma: “Il rafforzamento del quadro esistente rimane l’unica alternativa”.
Così Weidmann:
Per comprendere l’architettura della nostra moneta comune, sarebbe necessario riflettere sulla teoria della tragedia dei beni comuni. L’esempio è quello del sovrasfruttamento delle risorse ittiche: il sovrasfruttamento da parte di un singolo pescatore riduce la disponibilità di pesci per altri pescatori e minaccia nel lungo periodo le risorse ittiche. Esattamente come un elevato indebitamento pubblico può risultare allettante agli occhi del singolo Paese, tuttavia è nocivo per l’Eurozona poiché può determinare un innalzamento dei tassi a lungo termine per tutti gli Stati dell’area.
“Se poi l’indebitamento minacciasse la stabilità finanziaria, gli altri Stati membri potrebbero essere costretti ad assumersi la responsabilità per i debiti dello Stato in questione “facendo cadere il principio di responsabilità”. Quello del ‘falco’ tedesco è a tutti gli effetti un chiaro riferimento alla Grecia, ma anche all’Italia con un avvertimento alla Bce di non farsi indurre dalle pressioni a ridimensionare “il suo mandato di garante della stabilità dei prezzi a favore di una politica monetaria orientata a garantire la solvibilità degli Stati”.