Sergio Marchionne sta svolgendo un ottimo lavoro da quando è alla guida della Ferrari. La sua presenza in azienda, dopo le ottime esperienze fatte prima in Sgs e poi in Fiat (Marchionne resterà alla guida del Lingotto fino al 2018), è finalizzata alla crescita dei volumi finanziari della Casa di Maranello.
Non a caso, l’a.d. che ha preso il posto di Montezemolo ha chiamato a raccolta una serie di ingegneri finanziari sviluppando in piano atto al miglioramento della capitalizzazione.
Con Marchionne la casa automobilistica di Maranello si è subito quotata in Borsa, ‘accontentando’ gli analisti finanziari. E la via per integrare il binomio tra economia e motori è ancora lunga. Così, il nuovo numero uno del Cavallino ha depositato alla Sec (authority che vigila sulle società quotate Usa) un documento in cui dice di aver in progetto il lancio del primo prestito obbligazionario griffato Ferrari, un’operazione che porterà la casa di corse a indebitarsi, sebbene abbia in cassa soldi per oltre 1,5 miliardi di euro.
La liquidità aggiuntiva sarà funzionale a finanziare il maxidivendo da 2,25 miliardi, in maniera tale da abbattere i debiti della Fiat Auto.
Che sia una mossa esclusivamente finanziaria è pressoché palese. Gli analisti di Borsa hanno sempre guardato con disappunto le società con troppo liquidità, considerando invece ottimale una posizione finanziaria divisa equamente tra debito e cassa. La Ferrari, dunque, darà in pegno il proprio brand e le proprie fabbriche per avere quei coefficienti patrimoniali che piacciono tanto al mercato. Cosa ne pensi Enzo Ferrari non è dato saperlo, ma di certo il figlio, che attualmente possiede il 10% della società, non dovrebbe essere tanto in disaccordo con Marchionne, visto che con il dividendo incasserà qualcosa come 225 milioni di euro.