Il cda di Chrysler non ha ritenuto realizzabile il lancio e il completamento dell’Ipo prima della fine del 2013. La decisione è arrivata dopo aver ascoltato i possibili sottoscrittori dell’offerta pubblica ed i propri consulenti legali. In ogni caso Fiat continua a sorreggere gli sforzi che la l’azienda americana (58,5% del capitale) sta facendo per osservare i vincoli contrattuali verso il fondo pensionistico del sindacato Uaw, Veba, e si aspetta che continui a lavorare per effettuare i passi necessari per consentire il lancio di un’offerta nel primo trimestre del 2014.
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Fatte queste premesse, Fiat ha comunque specificato che “non è possibile assicurare se e quando un’offerta verrà lanciata poiché il lancio sarà subordinato alle condizioni di mercato e alle ulteriori valutazioni del caso”. Il mercato non prende bene queste dichiarazioni anche perché lo scorso 30 ottobre l’ad di Fiat, Sergio Marchionne, aveva detto che il gruppo è sempre pronto a procedere entro la fine dell’anno con l’offerta pubblica iniziale di Chrysler.
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Va tenuto conto che Fiat è stata costretta a depositare il prospetto informativo per l’Ipo della casa statunitense in seguito alla richiesta di registrazione presentata dal fondo Veba, socio di Chrysler con il 41,5% del capitale. L’Ipo potrebbe essere elusa se si trovasse un accordo tra Fiat e Veba per chiudere la questione della partecipazione in mano al fondo.
Alcune fonti sostengono che un accordo tra le parti potrebbe essere raggiunto tra il 28 novembre e il 25 dicembre. Il caso base di Intermonte rimane l’acquisizione da parte di Fiat del 41,5% di Chrysler controllato da Veba per 4/4,5 miliardi di dollari con un aumento di capitale non immediato ma successivo alla fusione Fiat/Chrysler e alla quotazione del gruppo al Nyse.