Attendere aprile per essere al corrente del piano di investimenti di Fiat è troppo lontano. La richiesta è che Letta convochi immediatamente azienda e sindacati per comprendere i propositi del Lingotto, dopo l’acquisizione del 100% di Chrysler, e per spiegare la propria politica industriale su tutte le aziende strategiche.
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Questo quanto richiesto da Maurizio Landini, leader della Fiom, alla vigilia dell’incontro separato con l’azienda a Torino sul rinnovo contrattuale, mettendo in risalto che se Fiat proseguirà a produrre in Italia solo il 10% delle proprie auto non sarà possibile garantire l’occupazione nel prossimo futuro.
Due le richieste dei meccanici della Cgil: “Chiediamo che il presidente del Consiglio si attivi e sia lui a convocare un tavolo con Fiat e i sindacati”, perché “nessuno ha un piano nero su bianco che indichi modelli, investimenti, destino del marchio Alfa e missione produttiva degli stabilimenti”, ha spiegato Landini. “Aspettare aprile è un po’ tardi, il governo deve dire ora che idea ha della politica industriale, non solo per Fiat ma per tutti i settori strategici”. Poi “chiediamo da domani un unico tavolo di trattativa [sul contratto] nel rispetto della sentenza della Corte Costituzionale secondo la quale tutti i sindacati rappresentativi hanno diritto a stare allo stesso tavolo”.
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Landini ha poi rammentato che l’obiettivo di Marchionne, era quello di produrre 6 milioni di auto all’anno, ma l’azienda è stabile a circa 4,5 milioni di cui 400.000 in Italia. “Realizzare il 10% della produzione in Italia non basta per dare lavoro a tutti nei prossimi anni. Serve il doppio della produzione”.