Approdo a Londra. Fiat si insedia in due piani di un ottimo edificio e ne possederà un altro dedicato a una delle principali controllate per supportare il gruppo e fare in modo abbia la sede fiscale nel Regno Unito.
Tre piani in tutto e qualche impiegato che dovrebbero essere sufficienti per giustificare di fronte al Fisco italiano che un gruppo con 225mila dipendenti, che ha sempre avuto la testa in Italia, ora programma le sue politiche dalla capitale inglese.
Successivamente alla fusione con Chrysler, avvenuta nell’agosto dello scorso anno, Sergio Marchionne ha deciso di pagare le tasse del gruppo Fiat, ribattezzato per l’occasione Fca, in Inghilterra, dove la pressione fiscale per le imprese è più lieve (21%) in confronto a quella italiana (27,5%).
La sede legale di Fiat, invece, è in Olanda, dove è stato sufficiente registrare una casella postale per ricevere le raccomandate.
Per le assemblee degli azionisti, non essendoci una sede effettiva, però, il pragmatismo di Marchionne ha suggerito di radunare i soci in aeroporto:
Ai sensi del nuovo Statuto di Fca, le assemblee degli azionisti si terranno ad Amsterdam o ad Haarlemmermeer (Schirphol airport), Olanda. Senza perdere troppo tempo, si arriva e si va.
A Londra, Fiat Chrysler Automobiles Nv ha preso in affitto i piani settimo e decimo, mentre la controllata Cnh Industrial Nv l’ottavo, all’interno del palazzo che ospita la redazione e la direzione dell’Economist. Una decisione non casuale, perché John Elkann attraverso la finanziaria Exor è azionista di riferimento del gruppo editoriale inglese con una quota del 4,72%. L’edificio è un palazzo degli Anni Sessanta che sorge a due passi da Buckingham Palace.