Dal primo gennaio 2015 in Germania entreranno in vigore due provvedimenti a favore del ceto medio: da un lato l’aumento del salario minimo, che arriverà a 8,5 euro, e, dall’altro, un calmiere per i prezzi degli affitti in città.
Due provvedimenti che sono direttamente a favore del ceto medio, soprattutto di quello che risiede nell’ex Germania Est, dove ancora persistono delle importanti problematiche in quanto a reddito e casa, ma gli economisti non vedono di buon occhio l’operato della Cancelliera.
Dal prossimo anno, quindi, i lavoratori tedeschi con più di diciotto anni di età non potranno ricevere compensi inferiori agli 8,5 euro all’ora (cosa che in Italia sembra più un miraggio che una reale possibilità), ad eccezione di solo due categorie di persone: chi sta frequentando una Ausbildung, una sorta di apprendistato professionalizzante, e i disoccupati di lungo corso, per i quali sono previste altre forme di sostegno.
In tutto, secondo i primi calcoli, beneficeranno di questo aumento del salario orario circa 3,7 milioni di lavoratori dipendenti, che, come anticipato, saranno per la maggior parte i residenti dei Bundeslaender orientali (ex Ddr).
Economisti, industriali e datori di lavoro si sono schierati a sfavore di questo provvedimento ritenendo che, se da un lato porterà una maggiore retribuzione per i lavoratori, dall’altro potrebbe essere la fonte di un aggravio del costo del lavoro per chi lo offre, e portare così ad un minor numero di assunzioni o addirittura a licenziamenti.
Di parere contrario i cittadini che, come pubblicato dal Die Welt questa mattina, hanno valutato molto positivamente questo provvedimento a favore dei ceti meno abbienti.