La Germania ha collocato 3,796 miliardi di euro nella riapertura del decennale febbraio 2024, cedola 1,75%, a fronte di richieste per 4,331 miliardi e di un fine di raccolta di 5 miliardi. Il bond è stato dato al rendimento medio dell’1,64% in calo rispetto all’1,77% della precedente asta del 29 gennaio.
L’Agenzia del debito tedesca ha giustificato il flop dell’asta per la situazione di mercato del momento. La vendita dei titoli di Stato trattenuti avrà luogo mediante il mercato secondario. Per Lyn Graham-Taylor, fixed-income strategist di Rabobank, la mancanza di fiducia generalizzata nel mercato, dovuta all’incertezza sulle prossime mosse della Bce e sulla ripresa Usa e la “natura variabile” del Bund hanno reso i rendimenti in asta poco attraenti.
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Peter Chatwell, fixed-income strategist di Credit Agricole, ha spiegato che i titoli decennali tedeschi non sono tra i favoriti nella rosa dei bond core e semi-core europei. La riduzione dei Bund “si è spinta troppo oltre”, ha detto, aggiungendo che si preferiscono le cedole a 5 anni di altre economie dell’Eurozona. D’altra parte la posizione accomodante della Bce sta spostando la volatilità dai titoli con scadenze brevi e intermedie, mentre i bond con scadenze più lunghe non saranno capaci di spezzare il legame con le aspettative sulla crescita globale.
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Ora lo spread Btp/Bund si attesta a 193 punti base, con un rendimento al 3,58%, mentre il differenziale Bonos/Bund è a 192 punti base (tasso al 3,57%). E il vicepresidente del senato, Maurizio Gasparri, non ha osservato che “qualcuno aveva mentito, adesso, mentre non c’è un governo, siamo ancora in piena crisi economica, lo spread tra Btp decennali e i Bund tedeschi tocca punti minimi”.