Qualcosa sta cambiando in Giappone, non solo a livello valutario ma anche nel settore degli investimenti. La dichiarazione è stata fatta dal ministero delle Finanze nipponico che ha notato un cambiamento nel comportamento degli investitori istituzionali, quindi banche e compagnie assicurative.
Questi soggetti, adesso, sono diventati acquirenti netti delle obbligazioni estere. Fino a questo momento gli investitori istituzionali, per ben 6 settimane consecutive, erano stati protagonisti di una fase di vendita, tanto che il saldo di acquisto di bond era arrivato a 309,9 miliari di yen, mentre nella settimana che si è chiusa lo scorso 3 maggio, il saldo netto di acquisto di bond era fermo a 204,4 miliardi di yen.
Gli investitori sono spinti verso l’acquisto di attività estere anche dalla politica monetaria ultra-espansiva che è trainata dalle scelte dalla Bank of Japan. E’ stata infatti la BoJ a dire che per combattere la deflazione era necessario raddoppiare l’acquisto dei titoli di stato in modo da arrivare al target di inflazione al 2 per cento in 2 anni.
In questo stesso periodo sono aumentati anche gli acquisti di ETF e di quote di fondi di investimento immobiliare. La politica si svalutazione dello yen è stata parallela all’espansione della borsa di Tokyo che dall’inizio dell’anno è cresciuta del 40 per cento.