In merito a giovani e lavoro il governo ha cercato di fare qualcosa, anche con l’apertura di un portale, GaranziaGiovani, che però stando al BollettinoAdapt (un gruppo di giuslavoristi guidato dal professore di diritto del lavoro Michele Tiraboschi), l’esperimento del piano europeo anti disoccupazione giovanile, per il momento può ritenersi un mezzo flop.
Se si guardano i numeri, quando si parla di contratti, la prima cosa che salta agli occhi è come in Italia addirittura il 78,59% sono a tempo determinato, contro il 10,38% a tempo indeterminato. Trovare una posizione fissa e stabile è impossibile. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, ha chiesto ai colleghi dell’Unione europea di far sì che il programma Garanzia Giovani abbia “risorse adeguate, sia stabilizzato e ampliato oltre che per i cosiddetti Neet (Not in Education, Employment or Training n.d.r.) anche per la transizione scuola-lavoro”.
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È necessario “stabilizzare il programma Garanzia giovani, oggi stabilito per il 2014-2015, che noi pensiamo debba diventare un programma stabile per cui l’Europa sistematicamente, in maniera strutturale, si occupi della possibilità ad esempio di collegare scuola e lavoro” ha detto Poletti.
Secondo il ministro in Europa “c’è un tema generale che è quello della crescita. Se l’Europa non riprenderà a crescere con molto più vigore la possibilità di creare nuovi posti di lavoro è molto ridotta. Insieme al tema generale della crescita esiste poi un tema specifico” che è l’ampliamento e il consolidamento di Garanzia Giovani.
“Il nostro Paese non ha mai fatto politiche attive per cui nel momento in cui c’è una prima assoluta credo che i risultati al momento possano essere giudicati positivamente” ha spiegato a chi pensa che Garanzia Giovani fatichi a dare risultati.