Le persone anziane si trovano molto bene in Svizzera, pessimamente in Afghanistan e in Africa in generale. E in Italia? no bene, soprattutto se si considera che se la passano peggio che in altri Paesi paragonabili al nostro per struttura economica come Spagna e Francia, ma anche peggio di Colombia, Tailandia, Messico, Brasile, Cipro, Costa Rica e via dicendo.
Sono 36 le nazioni che trattano le persone anziane meglio di quanto accada nel Belpaese. A dirlo è il Globale AgeWatch Index, che misura la qualità della vita delle persone over60 nelle quattro aree chiave di reddito, salute, istruzione e occupazione, ambiente favorevole (dalla società ai mezzi pubblici). Riesce a valutare il benessere sociale ed economico della popolazione anziana, rappresentando il 91% degli over60 di tutto il mondo.
Il rapporto mette in cima alla classifica la Confederazione, poi – ad eccezione del Giappone – tutti Paesi europei o nordamericani. Ma svela anche quanto sia forte il pericolo di trovarsi a breve impreparati a gestire la massa di persone anziane che cresce a dismisura rispetto alla popolazione in età da lavoro. Un rapporto fondamentale anche nell’equilibrio dei flussi migratori, fondamentali per il mantenimento di un sistema pensionistico oneroso e sbilanciato.
Ebbene, mixando i dati della Ong HelpAge International – che ha redatto il report – e delle Nazioni Unite emerge che l’Italia ha di che preoccuparsi. La fonte istituzionale dice infatti che il Belpaese sarà con Giappone, Corea del Sud, Grecia, Portogallo e Spagna nel club delle nazioni con la più alta incidenza di popolazione over60: nel 2050 il rapporto supererà il 40%. Tra tutti questi Paesi, come visto, nella classifica di HelpAge soltanto il Giappone mostra un sistema in grado di rispondere ai bisogni della popolazione anziana.