Arriva a conclusione proprio in questi giorni una vicenda fiscale di particolare interesse, quella che riguarda il pagamento o meno delle imposte sugli immobili da parte della Chiesa. La questione è stata infatti a lungo dibattuta sin dai tempi dei governo Monti, che aveva introdotto l’IMU, e successivamente è stata oggetto di discussioni anche da parte del governo Letta.
> Imu, pagamento in ritardo con sanzioni. Per Tasi nessun aggravio
Ora dopo quasi due anni e tre esecutivi si torna a parlare di questa questione con un decreto definitivo che porta la firma del Ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, che l’ha redatto il 26 giugno scorso. Il decreto del Tesoro riprende la questione del pagamento dell’IMU e della Tasi da parte di tutti gli Enti non Commerciali che fanno capo all’organizzazione ecclesiastica e arriva alle seguenti conclusioni.
> Tasi e Imu pagamento il 16 ottobre per i comuni ritardatari
Non saranno soggette al pagamento dell’IMU e della Tasi le scuole paritarie e le strutture sanitarie – come le cliniche – convenzionate con il Sistema Sanitario Nazionale. Per le scuole, tuttavia, si parla di esenzione per tutte le strutture che prevedono il pagamento di una retta annuale contenuta tra i 6 e i 7 mila euro l’anno.
Per le strutture sanitarie, invece, non si parla di alcun limite in merito alle tariffe che possono essere richieste ai clienti. Per quanto riguarda invece le strutture turistiche, come ad esempio gli alberghi, gli ostelli e le altre strutture ricettive, l’esenzione non è purtroppo certa, perché il business del turismo religioso è oggi un giro d’affari pari a 4 miliardi di euro l’anno.