Quest’anno è vacanza per 33,3 milioni di italiani. Si tratta di un aumento netto, pari al 9,4 per cento, rispetto all’anno precedente. Cresce dunque anche il giro d’affari, che chiuderà a 21,5 miliardi, contro i 18,3 del 2015.
E’ questo il quadrimestre delle vacanze (giugno-settembre) fotografato da Federalberghi. L’associazione ha poi dichiarato che oltre 22 milioni di connazionali si metteranno in movimento ad agosto, per trascorrere almeno una notte fuori dalle mura domestiche.
Secondo l’indagine, che Federalberghi ha realizzato con il supporto tecnico dell’Istituto ACS Marketing Solutions, tra il 25 e il 29 luglio con il sistema C.A.T.I. (interviste telefoniche) ad un campione di 1.200 italiani maggiorenni rappresentativo degli oltre 60 milioni di connazionali maggiorenni e minorenni, agosto continua ad essere il mese preferito. Viene infatti scelto dal 67,7% di chi è in ferie, seguito da luglio col 14,45 e da settembre (9,2%). A giugno è andato il 6,4%. E’ quanto emerge da un’indagine di Federalberghi.
Cresce anche la durata media del periodo trascorso fuori casa: quest’anno è di 11 notti rispetto alle 8 del 2015. In conseguenza di tutto ciò sale anche la spesa media stimata per le vacanze estive (comprensive di viaggio, vitto, alloggio e divertimenti): si passa dai 786 euro dell’estate scorsa agli 869 Euro attuali- Nel 74,5% dei casi (quasi 25 milioni) gli italiani rimarranno in Italia, mentre nel 25,5% dei casi (quasi 8,5 milioni) andranno all’estero.
Nella generalità dei casi la vacanza estiva degli italiani è “consumata” in località marine. I nostri lidi stanno accogliendo infatti oltre il 70% del popolo dei vacanzieri. Di questa percentuale quasi il 62% preferisce il mare della Penisola o delle due isole maggiori, mentre quasi l’11% si riversa nelle suggestive e numerose isole minori. In questa classifica generale seguono le località d’arte maggiori e minori con il 7,7% (rispetto al 4,2% del 2015), la montagna con il 6,7% delle preferenze (rispetto al 7,8% del 2015), le località lacuali dove si attesta il 5,1% della domanda complessiva italiana (rispetto al 2% del 2015) e le località termali e del benessere con il 2,7% della domanda (come nel 2015).