Sono giorni di bilanci, per tutte le principali economie. La Banca centrale giapponese ha ridotto le stime di inflazione per l’anno fiscale che inizia ad aprile dall’1,7% contemplato in precedenza all’1%.
E’ quanto si evince dal comunicato della Bank of Japan che nella riunione di politica monetaria, conclusa nella notte, ha deciso di lasciare inalterata la crescita della base monetaria a +80.000 mld yen all’anno con una decisione presa con 8 voti favorevoli e uno contrario.
La Bank of Japan ha rivisto al ribasso anche le stime sull’indice dei prezzi al consumo dello scorso anno che dovrebbe essere cresciuto dello 0,9% e non dell’1,2% previsto in precedenza. Per il prossimo anno fiscale, che iniziera’ ad aprile del 2016, la BoJ ha invece alzato le prospettive di inflazione portandole dal 2% al 2,2%. Il continuo calo dei prezzi del petrolio sta rendendo piu’ difficile per la Banca centrale nipponica raggiungere il target di inflazione al 2% ma il fatto che non siano state lanciate nuove misure di allentamento suggerisce che la BoJ rimane ottimista sulle prospettive future. Il taglio delle previsioni sull’inflazione dell’anno fiscale 2015 e’ stato maggiore delle attese ma e’ comunque abbastanza ‘rialzista’ considerando il recente rallentamento dell’indice dei prezzi al consumo sotto l’1%.
Nel contempo, il Fondo monetario ha pubblicato in giornata le sue nuove previsioni economiche (l’aggiornamento del World Economic Outlook) e, malgrado il vistoso calo dei prezzi del petrolio e il miglioramento degli Stati Uniti, la crescita globale appare inferiore alle stime di ottobre 2014 come sostiene Olivier Blanchard, capo economista dell’organizzazione di Washington.
Nuovi fattori a sostegno della crescita, come il calo dei prezzi del petrolio, ma anche il deprezzamento dell’euro e dello yen, sono più che compensati dal persistere di forze negative, compresa l’eredità della crisi e la crescita potenziale più bassa in diversi Paesi.