A disposizione ci sono altri due giorni esatti per trovare un’intesa. Le possibilità di riuscirci, dopo i colloqui dell’Eurosummit, il vertice tenutosi ieri tra i leader dell’Eurozona, sono ottime per la Grecia.
Salgono le speranze di una soluzione del caso ellenico e danno ossigeno ai mercati azionari in recupero da quattro sessioni. Le Borse europee sono in rialzo con Milano che cresce dello 0,5%, allineata agli altri listini del Vecchio Continente: Londra (+0,1%), Parigi (+0,8%) e Francoforte(+1%). Atene guadagna oltre il 3%.
In calo il cambio tra euro e dollaro: la moneta unica che ieri aveva raggiunto 1,138 contro il dollaro viene scambiata a 1,125; nei confronti dello yen scende a 139,1. Stabile, invece, lo spread tra il Btp decennale e l’equivalente titolo di stato tedesco che si attesta a 122 punti base. Ancora in recupero i bond governativi ellenici. Il rendimento del decennale è sceso al 10,4% dal 12,5%, lo spread si è portato ben sotto sotto i 1.000 punti base. Il rendimento del 2 anni è sceso al 21,5% dal 30% di venerdì.
Gli investitori incassano anche il fatto che la Bce abbia nuovamente alzato la liquidità d’emergenza a disposizione delle banche elleniche, testimoniando la volontà di tenere vitale il sistema finanziario greco fino alla definizione di un accordo complessivo. Il fronte interno di Syriza, però, si scalda. Dal versante macroeconomico, si registra la ripresa delle vendite al dettaglio in Italia: +0,7% ad aprile. L’Istat ha reso noti anche i dati di aprile su ordinativi e fatturato dell’industria. Gli ordini sono saliti del 5,4% congiunturale ad aprile, il dato più alto da dicembre 2010, e del 7,9% tendenziale, il massimo da maggio 2011, mentre il fatturato è sceso ad aprile dello 0,6% congiunturale (indice destagionalizzato) ed è salito del 3% tendenziale (indice grezzo). Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 20 di aprile 2014), il fatturato totale cala in termini tendenziali dello 0,2%. In quattro mesi il fatturato è salito dello 0,4% in base all’indice grezzo.
Occhi puntati anche sugli indici Pmi di Markit, che tastano il polso ai direttori degli acquisti in azienda e anticipano il ciclo economico. In Germania, l’indice manifatturiero è salito a 51,9, da 51,1 di maggio. Nell’Eurozona si è portato ai massimi da 14 mesi a 52,5 punti, da 52,2 di maggio. In Giappone è peggiorato a 49,9 dai 50,9 del mese precedente. “Gli ultimi dati – spiega l’istituto Markit – evidenziano un piccolo deterioramento nelle condizioni operative del settore”. In Cina lo stesso indicatore ha toccato il picco degli ultimi tre mesi, a 49,6 dai 49,2 di maggio, “anche nel secondo trimestre il settore ha perso la spinta dei mesi precedenti”. Dagli Usa si attendono gli ordini di beni durevoli e le vendite di case nuove.