Hollande accoglie una trentina di multinazionali, da Nestlè a Samsung, da Volvo a General Electric, per indurle ad investire in Francia. All’Eliseo sono stati ricevuti trentaquattro dirigenti che rappresentano, secondo il ministro dell’Economia Pierre Moscovici, un giro d’affari mondiale pari a 850 miliardi di euro. La mossa non sarà facile visto che nella campagna elettorale del 2012, Hollande si era fatto eleggere in nome della lotta contro un “nemico”: il mondo della finanza. Dopo la vittoria, è arrivata la stangata fiscale contro i ricchi.
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Intanto oggi Hollande sa di avere disperatamente bisogno di imprese con cui trovare accordi. La Francia conta più di 3 milioni di disoccupati e una crescita che sfiora lo zero. E’ il senso del “Patto di responsabilità” che il Presidente ha esposto al Medef, la Confindustria francese, all’inizio 2014: sgravi contributivi per oltre 30 miliardi di euro nei prossimi quattro anni, in cambio di assunzioni. Ed è anche il fine principale dell’ invito alle multinazionali e fondi di investimento internazionali.
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“Non abbiamo paura” dei capitali stranieri e non vogliamo “proteggerci”, ha spiegato Hollande. In Francia ci sono già circa 20mila aziende straniere, che assicurano 2 milioni di posti di lavoro. Ma l’attrattività della Francia è in costante declino: è passata dal secondo al terzo posto per numero totale di investimenti stranieri in Europa, dopo Inghilterra e Germania. Stando ai dati, nel 2013 ci sarebbe stato un crollo del 77% dei nuovi investitori, a causa delle tasse e del costo del lavoro troppo alti ma anche per leggi che cambiano di continuo. Hollande è deciso a mantenere “stabile” il quadro normativo per le imprese nei prossimi anni.