Come sappiamo la forward guidance dettata dalla Yellen dopo il suo insediamento ai vertici della Fed va nella direzione di una valutazione qualitativa dei dati macro che verranno rilasciati, andando a considerare all’interno del paniere che si terrà sotto controllo non soltanto valori relativi al mercato del lavoro (vi ricorderete che la soglia del 6.5% è stata abbandonata durante il primo meeting del nuovo Board), ma che riguardano anche l’inflazione – che deve raggiungere il target core del 2% prima di pensare a qualsiasi mossa di politiche monetarie restrittive – e molte altre rilevazioni, utili a dipingere il quadro della congiuntura a stelle e strisce.
Bene, abbiamo assistito a due giorni contrastanti, ma che ci aiutano nella chiave di lettura proposta da qualche giorno e che sembra essere confermata.
L’altro ieri sono stati rilasciati dati buoni sul fronte della fiducia e del settore immobiliare (fiducia dei consumatori a 85.2 vs 83.5 e vendita di nuove case a 18.6% vs 1.6% di attese), spiega Matteo Paganini di Dailyfx il che ha portato ad una forte salita degli indici, con lo S&P500 su nuovi massimi storici, movimento seguito dalla partenza di forti prese di profitto, con il dollaro acquistato e non venduto a finanziare gli acquisti di borse.
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Ieri i dati hanno invece deluso le aspettative con la pubblicazione di un Pil su base annuale a -2.9% contro un consensus che voleva sì una variazione negativa, ma limitata a 1.8% e di un dato sugli ordini di beni durevoli che ha fatto registrare una diminuzione pari all’1% contro aspettative che volevano la situazione invariata rispetto al + 0.8% fatto registrare durante il mese di aprile. Questo ha portato alla partenza di movimenti ribassisti sul dollaro americano, venduto contro tutte le principali valute, seguito dalle borse, con lo S&P500 che ha raggiunto l’area di supporto passante per 1,945.00 per poi riprendere quota e ritornare in area 1,960.00, ben 15 dollari di recupero dopo dati disastrosi.