Stime sulle conseguenze imposte dall’ imminente aumento dell’ Iva, che, a partire dal prossimo primo di luglio, salvo interventi da parte del Governo realizzati all’ ultimo momento, passerà dall’ aliquota del 21% a quella del 22%.
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A proporle, questa volta, è il CER, il Centro Europa Ricerche, che rileva come le conseguenze finanziarie del suddetto aumento dell’ Iva saranno maggiormente avvertite dalle persone che possono contare sui redditi più bassi, i più poveri, che vedranno una perdita di 170 euro all’ anno.
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Si prospettano, invece, condizioni differenti per chi potrà beneficiare di redditi già un poco più alti, soprattutto se il Governo dovesse alla fine arrivare alla decisione, prospettata tempo fa, di uno scambio Iva – Irpef, cosa che produrrebbe una perdita compresa tra 50 euro e 200 euro l’ anno per coloro che possono disporre di un reddito fino a 20 mila euro e – addirittura – una fonte di guadagno di circa 190 euro per quel 10% di persone abbienti che vi sono in Italia.
La questione Iva, dunque, anche per il CER, resta aperta: perché non si può permettere che i suoi effetti regressivi colpiscano, in misura maggiore, le classi meno abbienti che sono già state molto provate dalla crisi.