Non è positivo il feedback dei sindacati sulla legge di Stabilità approvata nella giornata di ieri dal Consiglio dei ministri. Molte le critiche alla manovra, con il presidente del Consiglio dipinto come l’autore di una televendita che non rappresenta alcun cambiamento.
Le polemiche nascono in virtù dei tagli alla spesa pubblica, interpretati come incapacità di organizzare nuovamente il Welfare.
Questi ulteriori 15 miliardi di tagli lineari scellerati, di cui aspettiamo quantomeno i dettagli, mettono in ginocchio i servizi pubblici, unico argine a una crisi che sta impoverendo il Paese. E il risultato sarà un’altra ondata di tasse locali. Uno spot che costerà carissimo agli italiani, un’operazione che scarica i costi della crisi economica soprattutto sugli enti locali. Non a caso la legge di bilancio ha provocato la protesta veemente delle Regioni, che l’hanno giudicata insostenibile.
La risposta dall’altra parte non si fa attendere e Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia, si dice molto sereno sulle risorse. Secondo Padoan, le preoccupazioni inerenti alle coperture contemplate nella legge di Stabilità sono prive di fondamento. Per il titolare del dicastero, le coperture sono garantite da ulteriori progressi nella spending review e nella lotta all’evasione. Infine, Padoan ha sottolineato che il Governo ha esaminato tutte le voci di tagli ai ministeri, alle regioni e agli enti locali.
Infine, una riflessione sulla tassazione locale:
Le regioni aumenteranno il loro prelievo? Può darsi. Ma c’è sempre un appostamento di risorse a fronte di un aumento del prelievo e poi saranno i cittadini a giudicare. Il pressing sugli enti locali non è comunque a che aumentino le tasse, ma perchè aumentino l’efficienza. Siamo convinti che i margini ci siano. Si tratta di dare gli stimoli giusti, a partire dal governo