Il fondo pensionistico per ferrovieri ha chiuso il bilancio del 2013 con un disavanzo di 4,2 miliardi di euro ed è stato calcolato che se gli assegni pensionistici per questa categoria di lavoratori fossero calcolati con il metodo contributivo, un terzo dei pensionati subirebbe una riduzione del 30% dell’assegno.
Le pensioni dei ferrovieri sono gestite attraverso un fondo speciale FS. Se per il 2015 gli assegni di vecchiaia e anzianità fossero calcolati con il metodo contributivo, il 96% delle pensioni subirebbe una riduzione. Lo ha spiegato l’INPS durante l’operazione Porte Aperte specificando che il 27% dei pensionati delle Ferrovie dello Stato potrebbe subire una riduzione del 30% dell’assegno pensionistico.
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Si capisce allora da cosa nasce il disavanzo di 4,2 miliardi di euro registrato da questo fondo nel 2013. Chi si iscrive al fondo pensionistico FS? In questo fondo speciale sono iscritti i dipendenti delle Ferrovie assunti prima del primo aprile 2000, poi i dipendenti della Holding delle Ferrovie assunti anche dopo questa data, e gli ex dipendenti FS trasferiti per mobilità ad amministrazioni pubbliche, che hanno optato per il mantenimento dell’iscrizione al fondo speciale.
I dati messi nero su bianco dall’INPS derivano dall’operazione di trasferimento della gestione del fondo in INPS con i conseguenti risultati economici annuali sempre negativi, legati anche al peggioramento del rapporto tra iscritti e pensionati.
Chi è stato assunto dopo il primo aprile 2000 infatti, si è iscritto al Fondo lavoratori dipendenti e non più al Fondo speciale. Oggi si prende atto che la maggioranza dei ferrovieri con pensioni liquidate tra il 2000 e il 2014 ha importi di pensione superiori di almeno il 20% a quello che avrebbero avuto con il calcolo contributivo.