Squinzi è una persona molto chiara, senza peli sulla lingua e questo fa sì che in ogni occasione, dai discorsi pronunciati, si capisca immediatamente se è a favore o contro un certo provvedimento. L’ultima dichiarazione su falso in bilancio e reati ambientali, però, è stata fin troppo netta e la rete ha espresso la sua indignazione.
Giorgio Squinzi è stato intervistato dal Corriere della Sera al quale ha dichiarato che la nuova legge sul falso in bilancio insieme a quella sui reati ambientali, rappresentano le zavorre per le imprese. Ha chiesto poi al governo di puntare sulle imprese per la crescita del Paese ma è sul primo punto che tutti si sono soffermati:
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Il quadro è sicuramente cambiato e in dodici mesi si sono fatte molte cose e ancora di più ne sono state annunciate. Il problema è proprio questo: devono essere attuate. Dietro la parola riforme ci sono cose molto concrete che, per usare una metafora ciclistica, ci fanno correre con due pietre nella maglietta e altre rischiano di caricarcene.
Due esempi su tutte: le norme sui reati ambientali e il falso in bilancio. Poi l’affondo contro la magistratura, che è stato il cavallo di battaglia di qualche politico negli anni passati:
Se passasse l’impostazione attuale che non distingue tra chi ha un incidente e si attiva subito per riparare e chi inquina per scelta criminale, è come affermare che gli imprenditori sono malfattori per definizione. Per quale motivo non si distingue tra errore e dolo: vogliamo dare ai magistrati la licenza di uccidere le imprese? Non abbiamo nulla contro la magistratura, ma voglio vivere in un Paese dove la certezza del diritto è la regola. Leggi chiare e poco discrezionali avvantaggerebbero per primi i magistrati che le devono applicare.