Un passo in avanti delle assunzioni nell’ordine dell’8,5% anno su anno è una notizia che colpisce a prescindere.
Il dato acquisisceun peso ancora maggiore se si considera il contesto nel quale è maturato, dopo una lunga stagione di difficoltà su questo fronte e le accese polemiche in merito all’utilità o meno delle riforme messe in atto dal governo negli ultimi mesi. Secondo l’Osservatorio del lavoro, realizzato dal Centro Studi della Cna, a marzo le assunzioni nelle piccole imprese sono state 3.245, appunto l’8,6% in più rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Il dato non ha un valore assoluto sulle dinamiche occupazionali italiane, sia perché ha preso in considerazione solo le realtà più piccole, sia perché è limitato a un campione di aziende (per quanto significativo, essendo 20.500 per un totale di 127mila occupati), ma è senza dubbio significativo.
I ricercatori assegnano il cambio di rotta all’effetto combinato del Jobs Act, entrato in vigore il 7 marzo, e della decontribuzione per gli assunti a tempo indeterminato inserita nella Legge di Stabilità. Infatti è proprio quest’ultima categoria di lavoratori a far segnare i risultati migliori, con un incremento dei contratti stabili nell’ordine del 54,6% (+86% se si considerano solo gli assunti a tempo pieno). I lavoratori a tempo indeterminato sono stati a marzo il 41,2% del totale contro il 28,9% di un anno fa. Sono diminuite le assunzioni con altre tipologie contrattuali: -8,3% il tempo determinato e -18,5% l’apprendistato.
La ricerca consente, inoltre, di farsi un’idea (per quanto parziale) dell’impatto che le misure governative stanno avendo sul complesso dell’occupazione nel nostro Paese. Nel campione osservato, a marzo le nuove assunzioni sono state 3.245 contro 2.674 cessazioni, con un saldo netto positivo di 571 nuovi posti di lavoro. Rispetto a febbraio l’incremento è dello 0,5%: si tratta di un trend importante, ma che difficilmente potrà proseguire nei mesi a venire su questi livelli, dato che molte aziende potrebbero aver concentrato le scelte proprio nelle settimane successive al debutto del Jobs Act. A marzo 2014, invece, vi erano stati 2.988 nuovi contratti e 2.809 cessazioni, con un saldo di 179 unità. “Sono segnali positivi: forse le piccole imprese iniziano ad agganciare la tiepida ripresa e fanno ripartire l’occupazione. L’ottimismo comincia a fare capolino”, segnalano dalla Cna.