“Nel terzo trimestre 2013 per la prima volta dopo 5 trimestri il saldo tra nuovi contratti di lavoro e cessazioni è attivo” grazie innanzitutto “ai contratti a tempo indeterminato e apprendistato che hanno beneficiato degli incentivi”. Così Enrico Giovannini,il ministro del Lavoro, reclama i frutti dell’azione di governo durante un’audizione alla Commissione Lavoro del Senato. > Arrivano le assunzioni per dipendenti statali precari e pubblica amministrazione
Ha sottolineato poi, “segnali di ripresa soprattutto nel manifatturiero confermano che nel quarto trimestre il Pil può tornare a crescere”. L’ex presidente dell’Istat ha anche reso note i numeri dell’attività di governo nel campo del Lavoro: “Nei sette mesi di governo sono stati investiti sulle politiche attive e passive del lavoro oltre 5 miliardi di euro in più di quanto previsto a legislazione vigente”. Dinanzi alla Commissione del Senato, Giovannini ha spiegato che “di queste risorse 3 miliardi sono andati alle politiche attive”. Nei particolari degli interventi la stima dell’impatto dei provvedimenti per politiche attive del lavoro per il periodo 2014-2016 è pari a 3,068 miliardi, 1,5 dei quali per interventi per la Garanzia giovani. Nell’insieme per i servizi sono presunte risorse per 670 milioni, mentre 177 milioni sono previsti per la formazione professionale, 201 milioni
per contratti a causa mista e 1.783 milioni per incentivi. Inoltre 237 milioni sono previsti per incentivi all’autoimpiego.
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Il ministro ha precisato che si “vedono, soprattutto nel manifatturiero, segnali di ripresa” ma le “debolezze strutturali dell’economia italiana rendono difficile conseguire immediatamente tassi di crescita di pil elevati in grado di riassorbire in tempi rapidi l’ampia area della disoccupazione e dell’inattività” nate dalla crisi. “In questo scenario, l’Italia rischia di avere una ‘jobless recovery'”, alias una ripresa senza creazione di posti di lavoro e quindi senza progresso occupazionale.