L’usura torna di moda soprattutto a Sud e l’indebitamento delle famiglie con gli strozzini preoccupa anche la politica. Sull’argomento interviene anche il premier spiegando che se la ripresa del PIL, della fiducia e dei consumi è in atto nel nostro Paese, ci sono territori in cui la ripresa stessa sarà molto più difficile.
Ma se non è uniforme questa ripresa, si può lo stesso parlare di miglioramento della situazione finanziaria italiana? La risposta è affermativa e trova un fondamento anche nel report stilato dall’OCSE che sottolinea come il calo del PIL italiano ci sia ancora, ma il rallentamento è minore del previsto.
►Piazza Affari crede nella ripresa economica
Il periodo di riferimento è il secondo trimestre del 2013. Il rallentamento del Prodotto Interno Lordo italiano è stato dello 0,2 per cento, migliorando il -0,6% del primo trimestre. Nel complesso, migliora la situazione in tutta l’area OCSE dove il PIL aumenta dello 0,5 per cento e risulta in accelerazione rispetto al +0,3 per cento registrato all’inizio dell’anno.
L’Italia, adesso, sembra molto più vicina alla fine della recessione. L’OCSE dice che il rallentamento è ancora importante nel nostro paese ma la caduta del PIL è stata attutita. Non è certo un incoraggiamento senza capo né coda visto che i dati sono suffragati dall’andamento dell’indice PMI diffuso in questi giorni.