In base al parere di molti analisti, l’attuale sell-off (vendita di titoli senza limitazione di prezzo e quantità) sulle obbligazioni governative europee e statunitensi non dovrebbe causare sviluppi tali da poter indurre la BCE a pensare ad una diminuzione del programma di acquisto dei titoli obbligazionari in anticipo rispetto ai progetti iniziali.
Secondo loro, l’Eurotower incrementerà, come previsto, il proprio programma di QE fino al settembre 2016 rammentando che lo stesso presidente della BCE, Mario Draghi, nel presentare e riproporre il QE ha utilizzato il termine maratona piuttosto che sprint.
Tuttavia c’è anche chi teme che il Quantitative Easing possa finire prima del previsto, per mano della Germania. Dopo lo scudo anti spread OMT (l’Outright Monetary Transaction della BCE, lanciato per contrastare la crisi del debito sovrano della zona euro), anche il QE è finito nel mirino di alcuni cittadini tedeschi. Costoro hanno fatto ricorso alla Corte costituzionale in Germania che ha però già fatto sapere che la legittimità dell’OMT è di competenza della Corte di giustizia europea, il cui verdetto è atteso, secondo fonti dell’Alta corte UE, per domani.
Tuttavia, anche se il verdetto della Corte di Giustizia europea fosse negativo nei confronti dei ricorrenti (consentendo, quindi, al programma di OMT di proseguire), il QE potrebbe comunque subire dei rallentamenti prima del settembre 2016. L’economia tedesca, già tonica prima di quest’anno, ha avuto una forte accelerazione grazie alla caduta dell’euro, dell’ulteriore calo del costo del denaro e del crollo del prezzo del petrolio. Non a caso la Bundesbank due settimane fa ha alzato le stime del PIL tedesco 2015 dall’1,2% all’1,7% e quelle per il prossimo anno dall’1,7% all’1,8%.
Proprio questo rafforzamento dell’economia tedesca potrebbe provocare richieste sempre più stringenti da Berlino con l’obiettivo di far adottare alla BCE una politica monetaria più rigida e di concludere il QE o, almeno, ridurne gradualmente il programma.