Il Parmigiano Reggiano, in seguito al sisma che ha sconvolto in maggio l’Emilia Romagna, si è trovato a fare i conti con una crisi degli acquisti e con una serie di forme del prodotto, rovinate, quindi difficili da piazzare sul mercato.
Un salvataggio in extremis di questa eccellenza italiana, è stato possibile attraverso la corsa all’acquisto degli italiani che riconoscendo la bontà del prodotto nostrano e riscoprendo una solidarietà ante litteram, hanno salvato diversi caseifici.
In pericolo nel periodo post sisma ben 37 caseifici di Modena, Reggio Emilia, Mantova e Bologna, più di 600 allevamenti e qualcosa come 60o mila forme di parmigiano danneggiate. I numeri arrivano direttamente da un’indagine della Coldiretti.
L’associazione, a sei mesi dal sisma, ha ricordato che il 10 per cento del PIL agricolo dell’Italia parte proprio dall’indotto emiliano e prodotti quali il Parmigiano Reggiano o il Grana Padano, ma anche l’aceto balsamico di Modena, il prosciutto di Parma a il Lambrusco, ce li invidiano – e talvolta ce li copiano, in tutto il mondo.
Le vendite solidali hanno arginato la crisi. Coldiretti si è spesa molto in questa iniziativa solidale insieme a Campagna Amica e al Consorzio di Tutela che hanno organizzato una rete distributiva su base locale, nazionale ed internazionale.