In atto c’è una riforma molto importante per il mercato immobiliare. Parliamo della riforma riguardante le nuove modalità di Catasto. I valori al metro quadrato partiranno dai valori di mercato. Le rendite verranno basate sugli affitti. Sussisteranno delle revisioni periodiche, subentreranno i Comuni in forma partecipativa diventando i titolari del catasto su base territoriali.
Si procede, dunque, verso una riforma del catasto alquanto significativa. Per l’Agenzia delle Entrate si tratterà sicuramente di un lavoro complesso. Alcuni degli incipit sono stati già definiti. Ci riferiamo alla suddivisione del territorio in ‘microzone’, alla riduzione del sistema di vani, classi e categorie, ormai antiquato. Un sistema che ha 74 anni. Altre tappe dell’iter sono l’individuazione di immobili-tipo ai quali applicare un algoritmo con variabili in grado di caratterizzare il valore del patrimonio e le rendite catastali. Questi i passaggi fondamentali per arrivare all’algoritmo che aggiornerà ben 60 milioni di rendite. 60 milioni, dunque, di unità immobiliari.
Ci vorranno tre-quattro anni per portare a termine la riforma. L’aspetto delle case-tipo (al momento determinate secondo valori troppo automatici secondo i detrattori della riforma) è ‘impegnativo’ da raggiungere. I tempi sono lunghi. Gli immobili-tipo dovranno essere individuati nelel compravendite riguardanti l’ultimo trienno: in che misura? Poche decine per ogni microzona catastale. In altri termini si tratta di un quartiere o un territorio extraurbano che abbia caratteristiche del tutto omogeneo. In sostanza si parlerà, a conti fatti, di qualcosa come decine di migliaia, o centinaia di migliaia di unità immobiliari.
Un lavoro, impegnativo, che terrà sotto pressione ancora per un pò i riformatori.