Le spese medie Istat sono sicuramente importanti per il redditometro ma solo nella misura in cui il contribuente dichiara al fisco di aver sostenuto quelle spese. Per molte di queste, tra l’altro, è inutile conservare la documentazione, siano essi scontrini o ricevute, o un altro tipo di documenti.
Gli elementi appena enunciati si evincono dalla fase di test del redditometro che stenta a decollare in tutti i sensi. A livello normativo il riferimento è l’articolo 3, lettera a) del decreto sul redditometro nel quale si spiega che per ricostruire il reddito è importante raccogliere i documenti sulle spese effettivamente sostenute dal contribuente e delle quali è al corrente l’amministrazione finanziaria.
Le spese da documentare sono tutte inserite in una tabella in cui le voci di spesa sono circa 30. Si fa menzione del mutuo della casa, dell’affitto, dell’energia elettrica o anche dei soggiorni di studio all’estero, dei contributi previdenziali obbligatori e non solo.
► Più di 100 spese per il redditest
Ci sono anche altre 24 voci di spesa per le quali si prevede di applicare il valore maggiore tra quello che il contribuente ha effettivamente sostenuto e quello che è stato rilevato come spesa media dall’Istat oppure da altre spese rilevate in altri studi socio economici di settore.